Photo DNA / Laurent Réa

L’insostenibilità dell’Unione Europea e delle politiche green sotto il capitalismo! 

A cura di Daniele Mazzasette, FGCI Veneto

L’Unione Europa che a parole esprimeva solidarietà e speranza agli agricoltori, è la stessa che di recente gli ha voltato le spalle,di nuovo. Difatti hanno approvato una legge controversa sul “ripristino della natura”.

Questa legge comporta un forte indebolimento del mondo agricolo da ogni punto di vista, e non credo sia sorprendente che questa legge vada ad agevolare le multinazionali fedeli all’UE che sono leader nel commercio, comprese quelle che potenzialmente possono creare il cibo. 

La legge prevede di aumentare la percentuale di superficie agricola con elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità, lo stock di carbonio organico nei terreni minerali coltivati e di adottare misure per migliorare l’indice dell’avifauna e delle farfalle comuni, oltre a ridurre l’uso dei prodotti fitosanitari, impone anche di ripristinare almeno il 30% delle torbiere drenate. (1)

Queste disposizioni, belle sulla carta, hanno vari punti oscuri, il più evidente è che tutte queste norme comportano per il mondo agricolo una sostanziale riduzione dei terreni coltivati e quindi una riduzione della produzione agricola che comporterebbe, allo stesso tempo, un aumento dei costi del cibo e un significativo aumento delle importazioni di prodotti dall’estero. Il paradosso “green” europeista è che per sostenere queste leggi faranno entrare prodotti ben meno sicuri, trattati con prodotti fitosanitari più distruttivi dei nostri, e che quindi per non produrre “cibo poco sano”  faranno entrare “cibo poco sano” estero. Ha senso vero?  Gli agricoltori che chiedevano una lotta a questa concorrenza sleale sono stati appena derisi e umiliati da questa assurda legge. Basti pensare che gli accordi di libero scambio vanno in tal senso, ricordiamo che l’UE non si faceva nessun tipo di problema ad aumentare gli scambi commerciali col Brasile di Bolsonaro, quel Brasile che non si faceva problemi a devastare la foresta amazzonica per aumentare i profitti delle proprie industrie per sostenere gli scambi commerciali con l’UE. Coerente vero? 

L’obiettivo capitalista europeista è chiaro, trasformare l’agricoltura in un’agricoltura industriale, legata esclusivamente alla grandi industrie, che permette un via vai di grandi mezzi, nuovi macchinari, nuove attrezzature che saranno da rinnovare spesso, cosa totalmente INSOSTENIBILE per piccoli e medi agricoltori. 

La sostenibilità ambientale deve prendere anche la direzione della sostenibilità umana, che senso ha impoverire la gente per arricchire l’ambiente?  Sul serio bisogna creare povertà, disoccupazione e schiavismo(legando un mondo alle grandi industrie) per la sostenibilità ambientale?

 La transizione green europeista sarà a carico dei lavoratori, mica dei ricchi borghesi che fanno la morale mentre fanno viaggi esclusivi con i loro jet privati. 

Insomma, l’Unione (s)fascista europea ne ha combinata un’altra delle sue, umiliazione dei propri cittadini, distruzione ed impoverimento dei lavoratori, sostegno alle grandi industrie, dunque avanti diritti per linea, contro tutto e tutti, tanto a rimetterci mica sono loro, ma il popolo lavoratore tutto.


1)https://www.lindipendente.online/2024/02/28/nonostante-le-proteste-degli-agricoltori-lue-approva-la-legge-sul-ripristino-della-natura/?fbclid=IwAR2bDg5Ecwfrh5IQBEbsLwRZPJWrW6Tfn0sDJsSEfaYS3rRDcB7aclzhI8Q