Con l’acqua alla gola

A cura della FGCI Toscana

Il 2 Novembre si è abbattuta sulla Toscana la tempesta Ciaran, la quale ha riversato sul territorio in poche ore il quantitativo di pioggia che cade in mesi. Ciò ha portato numerosi danni alle infrastrutture nel territorio oltre che a proprietà pubbliche e private.

L’esondazione del Bisenzio ha portato detriti e fango nelle strade causando ingenti danni ai cittadini: auto travolte, cantine e case allagate e devastate, finanche l’Ospedale di Prato allagato. L’esondazione del torrente Bagnolo a Montemurlo e del torrente Agna a Pistoia hanno anche causato morti. 

La protezione civile inizialmente non è intervenuta in maniera tempestiva né ha dato sufficienti informazioni per la salvaguardia dei cittadini. Il personale e l’apparato tecnico dei canali di emergenza   è risultato evidentemente sottodimensionato rispetto alla situazione. Queste inefficienze non possono non essere imputate ai numerosi e continuativi tagli alla spesa pubblica attuati da 30 anni.

Gli stessi canali di diffusione delle informazioni non erano chiari, con l’uso troppo disinvolto dei social da parte di alcuni sindaci e del Presidente di Regione Giani. Proprio Giani si è sottratto alle proprie responsabilità politiche gravissime usando i social con video, foto dei volontari che spettacolarizzavano e speculavano sul dolore e sulla paura, quando c’era necessità di silenzio e lavoro.

Diversi sono i fattori umani peggiorativi di eventi alluvionali. Tra questi c’è da sottolineare la mancanza di ribassamento degli alvei dei fiumi, causa della progressiva riduzione dell’area di passaggio della portata d’acqua. Una mancata manutenzione e pulizia delle fogne può essere causa dell’aumento dei danni nei centri abitati e fin dentro le abitazioni.

La manutenzione però non viene fatta in maniera sistematica: fogne, caditoie e sollevamenti devono essere ripuliti sistematicamente. Paradossalmente, l’alluvione del 15 agosto 2022 è stata una fortuna per Stabbia, frazione di Cerreto-Guidi: a valle di questo evento infatti è stata effettuata la prima manutenzione delle fogne degli ultimi 40 anni, ottenuta soprattutto grazie alla lotta della consigliera del PCI di Cerreto Guidi (Susanna Rovai). Ciò ha permesso di evitare ulteriori danni oltre a quelli già ingenti verificatisi. Quanto detto è la plastica rappresentazione della gestione di eventi emergenziali: le opere di manutenzione vengono effettuate sistematicamente solo a valle di eventi drammatici. Si chiude la stalla solo quando i buoi sono fuggiti.

Un altro fattore è il consumo di suolo, conosciuto popolarmente come cementificazione. Il consumo di suolo infatti riduce la capacità del terreno di assorbire l’acqua rendendo gli effetti di alluvioni ed esondazioni più drammatici.

Prato risulta una delle città più cementificate d’Italia: 110 ettari di terreno consumati negli ultimi 15 anni, un incremento del consumo di suolo pari al 14% e 5 ettari di superficie impermeabilizzata nel solo 2022. Le amministrazioni, sia nazionali che locali, si sono quindi manifestate incapaci sia di gestire che di prevenire il verificarsi della tragedia. 

Questo tipo di eventi stanno diventando sempre meno emergenziali, la loro frequenza sta infatti aumentando a causa dei cambiamenti climatici. La loro prevenzione, che dovrebbe quindi essere crescente, è purtroppo sempre più deficitaria per motivi sia tecnici che politici. I problemi tecnici sono dovuti alla disorganizzazione e al confitto di competenze e responsabilità. Il patetico torneo di scaricabarile a cui assistiamo dopo ogni evento drammatico non può non ricordare “le tre verità” di Lucio Battisti. Non sappiamo se questo torneo abbia dei vincitori ma gli sconfitti sono i cittadini e la classe lavoratrice.

Per quanto riguarda il problema politico le opere utili a una maggior sicurezza dei cittadini non vengono finanziate. Il meccanismo malato e perverso in cui sono inserite le nostre amministrazioni è quello dei bandi. Si lancia il bando per la pulizia di un torrente, si pulisce e si dimentica per i successivi dieci anni. Oppure, l’Europa che finanzia opere anche grandi, senza però finanziare la gestione. È l’ideologia dello stato minimo, è l’ideologia del Washington Consensus, dell’Europa, del Pd, della Lega di FdI e dei 5 Stelle. Noi li chiamiamo il Partito Unico Liberista.

Sarebbe stato più utile spendere i fondi europei per la prevenzione degli eventi alluvionali piuttosto che investirli nello stadio di Firenze.

La politica negli ultimi 30 anni è sempre più al servizio dei grandi interessi economici a discapito dei cittadini. Ciò è presente in tutti i livelli istituzionali: dal più piccolo dei comuni alla coordinazione internazionale europea; dal clientelismo familista al lobbysmo internazionale istituzionalizzato.

Le politiche dell’unione europea evitano accuratamente di colpire i maggiori responsabili delle emissioni climalteranti: le grandi aziende multinazionali. Si limitano piuttosto a prendere dei provvedimenti propagandistici, assolutamente inutili per la prevenzione del cambiamento climatico, ma in compenso fortemente limitativi della libertà e peggiorativi per la qualità di vita della classe lavoro. L’arroganza di certa propaganda che ripete ossessivamente di spengere le luci, di chiudere l’acqua, di usare i mezzi pubblici, dà per scontato che lavoratrici e lavoratori, cittadini comuni siano incapaci di capire i problemi ambientali. E invece noi quell’arroganza la rimandiamo tutta indietro, la rimandiamo a chi veramente inquina, a chi mangia i nostri suoli, a chi cementifica i nostri prati, a chi disbosca i nostri boschi, a chi toglie spazio al pubblico e alla manutenzione. Lo rimandiamo indietro con tutta la nostra rabbia. E la nostra rabbia alimenterà le nostre lotte e le nostre rivendicazioni, alimenterà la nostra capacità di risolvere realmente i problemi, per il benessere di tutte e tutti, per il benessere dell’Umanità intera. Non è più solo socialismo o barbarie, è socialismo o estinzione.