PCTO, il trionfo di disonestà e barbarie

Pubblichiamo l’intervento a cura del Dipartimento Lavoro FGCI sul tema PCTO, pronunciato dalla compagna Elisa De Felice durante la Terza Conferenza Nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori tenustasi lo scorso sabato 23 settembre a Roma.

Una delle più disoneste e barbare pratiche presenti nel nostro paese è sicuramente quella dei PCTO o Alternanza scuola lavoro. Diciamo disonesta perché inserita subdolamente all’interno dell’offerta formativa di tutte le scuole secondarie di secondo grado di Italia, grazie alla scellerata buona scuola di “renziana” memoria, in teoria per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro dei ragazzi ma in realtà pensata per offrire alle aziende manodopera gratuita e senza garanzie di sorta e diciamo barbara, riferendoci alle recenti e passate vittime di questa pratica, tutte sacrificate dalla negligenza e assenza di sicurezza sui luoghi di lavoro cosa fatta, come sempre, in nome del profitto aziendale.

 La nostra contrarietà ai PCTO non esclude che vi possano essere percorsi di avvio nel mondo del lavoro per ragazzi ma questo va fatto per alcuni settori specifici e soprattutto con scopo e modalità molto diverse dalle odierne.

Avendo ben presente che il perseguimento di profitti a breve termine e a tutti costi è il fulcro di questo sistema, sappiamo che il dissanguamento dell’istruzione pubblica con la chiusura di molte scuole primarie e secondarie pubbliche (cosa che di rigetto porta ad un peggioramento delle condizioni di vita di chi, non potendo vivere vicino ad una scuola, è costretto a spendere ore facendo il pendolare o spendere centinaia di euro extra al mese per il carburante) e con tagli  sempre più all’istruzione superiore e alla ricerca (cosa che riduce la possibilità di innovare nei vari settori economici e scientifici portando ad una stagnazione economica) sono parte di una strategia capitalistica ben precisa che mira alla sfruttamento della forza lavoro e alla creazione di schiavi salariati privi di coscienza critica.

Sono anni che la FGCI e il PCI combattono fianco a fianco con i giovani studenti per abolire questo obbrobrio e per cambiare il sistema di cose presenti.

È giunto il momento che studenti e lavoratori si uniscano come un sol’uomo per far cambiare le cose e far tornare la scuola un luogo per istruirsi e non per imparare competenze da esibire ad aziende con standard altissimi accostati a paghe che nemmeno un lavoratore nel dopoguerra avrebbe mai accettato.